Lasciamo il Santuario di Sant'Antonio seguendo le frecce gialle su sfondo marrone che ci accompagneranno per undici giorni fino a Padova.
Entreremo nel vecchio centro storico di Gemona, sotto il bellissimo Castello ristrutturato dopo il terremoto del 1976.
L'uscita da Gemona è ben segnata, non dimenticate però di voltarvi, perché il panorama è molto bello.
Fate moltissima attenzione ad attraversare la STRADA PROVINCIALE, al km 5.0, in quanto non ci sono strisce pedonali e le automobili sfrecciano veloci.
Di lì in avanti il cammino si svolgerà su strade secondarie fino ad arrivare ad Osoppo. Potrete visitare la Chiesa della Madonna della Neve, al km 8,3.
Si attraversa il centro di Osoppo e si esce dal paese lungo via Peonis. Dal km 9,3 si seguirà una strada sterrata che corre parallela al Tagliamento e alla vecchia ferrovia per Gemona. Arriveremo alle Risorgive del Bars, fenomeni creati dalle acque del Tagliamento e ad un allevamento di pesci.
Si attraversa la ferrovia a rotaia singola e, continuando, si giunge alla Strada Regionale 463, che seguiremo facendo attenzione al traffico veicolare fino ad attraversare il ponte sul fiume Ledra.
Si continua parallelamente alla suddetta strada regionale, passando vicino ad un ipermercato.
Ci avviciniamo alla fine della prima tappa, ovvero il Meraviglioso Hospitale di San Giovanni a Maiano, coevo di Sant'Antonio, essendo stato costruito nel 1199 sui resti di una torre longobarda antecedente.
Il soggiorno nella struttura, gestita da volontari, è un'esperienza unica. Si può dormire nel camerino da 12 posti letto, finemente ristrutturato, lasciando una congrua donazione. Si può usare la cucina per preparare i pasti.
Dove richiedere il timbro?
I volontari dell’Hospitale custodiscono il timbro ufficiale di Majano.
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Lasciamo il fantastico Hospitale medioevale dirigendoci verso nord ovest verso Borgo Quai. Continuiamo su via Limbiate fino al km 2.5. Di li prendiamo la strada Provinciale 84 per pochi metri, entrando poi su una via sterrata sulla destra. Seguiamo le frecce gialle su sfondo marrone, passando a fianco del Cimitero Israelitico, al km 3,9.
Il giro, a prima vista arzigogolato, segue fedelmente il percorso della Romea Strata, e ci permetterà di vivere questo angolo nascosto di campagna friulana.
Incontreremo il lago di Ragogna, passando a fianco ad una torre da cui ammirare il lago e la sua fauna.
Arrivati in via Giuseppe da Monte gireremo a destra verso l’abitato di Muris.
Prendiamo via Vittorio Veneto verso Ovest, fino al km 8,9 dalla partenza. Li entriamo in una strada sulla sinistra, via ai Colli.
Al km 10 arriveremo nel paese di Ragogna, lo attraversiamo lungo la strada principale.
Al oltrepassiamo il Tagliamento lungo la strada Provinciale 5 al km 13,7, in assoluta sicurezza e facendo attenzione al traffico veicolare, sul ponte stradale.
Al km 14,7 ci accoglie il piccolo paese di Pinzano al Tagliamento.
Una strada alberata ci condurrà, passando a fianco al cimitero (km 16,2), verso il borgo di Valeriano, dove il Cammino di Sant'Antonio e la Romea Strata si separano definitivamente.
Attenzione perché dal km 17,5 si entra nella strada provinciale dove non esiste marciapiede. Si raccomanda di mantenere la sinistra.
Dopo Valeriano, e dopo aver visitato la splendida chiesetta affrescata di Santa Maria dei Battuti, proseguiremo sulla strada principale fino al km 19,5 dalla partenza. Lasciamo la strada verso il Cimitero e, attraverso la Strada dell’Ancona, arriviamo ad una chiesetta nominata appunto dell’Ancona. Ci dirigiamo adesso verso il paese di Lestans.
Subito dopo il ponte sul torrente Cosa, saliamo verso la Chiesa Santa Maria Assunta.
Proseguiamo lungo un piccolo sentiero e, una volta attraversata la SP 22, ci dirigiamo verso il valico della
Chiesetta di San Zenone. Scendiamo di nuovo e al km 24 dalla partenza giriamo a sinistra su una strada
sterrata.
Continuando a seguire le frecce, varie strade sterrate e secondarie ci condurranno al paese di Sequals, passando davanti alla Villa di Primo Carnera, il famoso pugile campione mondiale dei Pesi Massimi negli anni 30 del secolo scorso.
Attenzione al km 25,7 dalla partenza, subito dopo un ponticello, perché bisogna girare a destra ma la freccia non è ben visibile.
Siamo arrivati a Sequals, fine della seconda tappa, dove al Bar Cret in piazza Pellarin, troverete il timbro ufficiale di Sequals.
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Bar Crepet - Sequals
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Lasciamo Sequals e ci dirigiamo verso ovest, per attraversare il ponte sul fiume Meduna, al km 1,9 dalla partenza.
Subito dopo il ponte, nell’abitato di Colle, giriamo a sinistra lungo via Arba.
La nostra meta è la Chiesetta dedicata a Sant’Antonio di Padova, luogo di devozione per gli abitanti del luogo e che ispira serenità e tranquillità.
La chiesetta si può raggiungere anche guadando il Meduna, che è normalmente secco ed utilizzato dai mezzi militari per le esercitazioni.
Se decideste di fare questo percorso, a vostro rischio e pericolo, dovrete scendere al fiume da Sequals, a sinistra subito dopo l’hotel Belvedere, su via Odorico Odorico.
Arrivati sul greto del fiume passate direttamente sul lato opposto e, una volta arrivati sull’altra sponda, costeggiate la riva per 2,2 km in direzione Sud. Arriverete così ad incrociare via Sant’Antonio, che in breve vi condurrà alla chiesetta del Santo.
Casomai decideste per questa diversione, sappiate che qualche km a monte del ponte c’è una diga che potrebbe essere aperta all’improvviso. Comunque l’attraversamento dura 5 minuti ed è molto bello.
Seguendo le frecce gialle arriviamo nell’abitato di Arba, i cui abitanti hanno dedicato diverse edicole al Santo di Padova.
Si lascia il paese lungo una strada sterrata (km 10 dalla partenza) che corre attraverso campi coltivati.
Prestare massima attenzione perché è relativamente facile perdere le indicazioni del percorso.
Al km 12,8 dalla partenza incontriamo la Chiesa dedicata alla Madonna di Strada, in cui possiamo riposare all’ombra.
Continuiamo il percorso verso Maniago, patria dei coltelli e delle armi da taglio, seguendo itinerari sterrati nel bosco. Dal km 14,5 dalla partenza, casomai non riusciste a trovare le indicazioni del nostro Cammino, potrete seguire i segni bianchi e rossi del CAI, che indicano il sentiero Frassati (Monte Jouf).
Si esce dal bosco al km 17,2 dalla partenza e lungo la strada principale arriviamo in centro a Maniago, dove potremo visitare, tra l’altro, il Duomo dedicato a San Mauro.
Lasciamo Maniago lungo via Manzoni, via Piave, via Vittorio Veneto e, una volta arrivati nell’abitato di Maniagolibero, saliamo a destra su via Ortigara. Seguendo le indicazioni, all’altezza di una curva a destra, lasciamo la strada asfaltata e proseguiamo lungo un sentiero sterrato che ci conduce al ponte sul fiume Cellina, che attraverseremo in assoluta sicurezza lungo la strada provinciale.
Al solito, raccomandiamo di fare attenzione al traffico veicolare, essendo il ponte sprovvisto di marciapiedi.
Siamo ora al km 23 dalla partenza.
Al km 24, entrando nell’abitato di Montereale Valcellina, incontriamo la chiesa dedicata a San Rocco.
Siamo ormai arrivati all’arrivo della terza tappa.
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Partiamo dalla piazza di Montereale Valcellina ed il Cammino si dirige verso la stazione ferroviaria del paese.
Si attraversa la ferrovia al passaggio a livello ed immediatamente dopo si entra in un sentiero che corre a fianco dei binari. Il sentiero è separato dalla ferrovia da una staccionata in cemento.
Al km 4.7 la strada curva a sinistra e dopo circa 100 metri riprende la direzione originale, parallela ai binari.
Intorno al km 7 dalla partenza, ad un bivio, bisogna andare a destra, poi subito a sinistra, riprendendo la direzione di Marsure.
Dopo aver percorso 11 km nella campagna friulana, si arriva al primo abitato del giorno, Bares. Continuando si attraversa la SP39 e al km 14 comincia la ripida ma breve salita per la Chiesa di San Giorgio, da cui si gode una vista meravigliosa verso sud.
Al km 16 dalla partenza si entra in via Monte Cavallo, strada trafficata in salita, ma la si lascia prestissimo, al km 17, entrando in un sentiero sulla sinistra.
Si prosegue nei boschi, facendo attenzione ai segnali per non perdere la retta via.
Al km 20,4 dalla partenza entriamo nel borgo di Dardago, dove potremo trovare una fontana di acqua fresca.
Si rientra nei boschi e al km 22,8 si attraversa di nuovo la SP29, passando in un sottopasso.
Una strada sterrata ci porta nel borgo di Polcenigo, uno dei borghi più belli d’Italia, luogo di arrivo della quarta tappa.
Nelle vicinanze (circa 1 km) è assolutamente da visitare il Gorgazzo, sorgente di acqua ghiacciata, dove si può anche cenare.
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Convento di San Giacomo Apostolo
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Partiamo da Polcenigo lasciando la piazza principale verso via San Giovanni. Dopo circa 600 metri si entra in un sentiero sulla destra che sale verso la cima del Colle San Floriano, con la chiesetta a Lui dedicata. Il colle è occupato nella sua zona sud dal Parco Rurale, dove si sperimenta una agricoltura biologica.
Si scende di nuovo verso la pianura e arrivati alla base del colle si procede verso destra per andare a visitare le sorgenti del fiume Livenza con le sue Palù, area naturalistica dove sono riconoscibili tracce di agglomerati del Neolitico (km 5,3). Si torna indietro sulla stessa strada per prendere il sentiero delle Marcite, che attraversa luoghi dove l’acqua la fa da padrona.
Dal km 9 si lascia definitivamente lo sterrato per una superficie completamente ad asfalto.
Seguiamo le frecce gialle su sfondo marrone del Cammino e arriviamo su via Sacile.
Poco prima dell’abitato di Nave, al km 14,2 dalla partenza, lasciamo via Sacile per una strada secondaria, che ci conduce nelle vicinanze della chiesa dedicata a Sant’Antonio Abate (km 15,1 dalla partenza).
Siamo ormai prossimi a Sacile, la città cara ai veneziani, che ci accoglie con la sua bellezza al termine di una tappa breve che ha lo scopo, oltre di far godere Sacile al pellegrino, di defaticare le gambe del camminatore.
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Ufficio IAT
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Lasciata Sacile verso la località Ronche dopo alcuni capannoni si imbocca la Strada Canevon.
Si entra in località Caneva, dopo circa 6 km. Si può visitare il suo Castello, anche de è distante dal sentiero del Cammino. Si lascia Caneva verso Stevenà.
Al km 8,5 si entra in Veneto nel territorio del Comune di Cordignano ed il primo paese che si incontra è una delle sue frazioni, Villa di Villa. Era il sito del Castello di Cordignano. Oggi ne restano soltanto i ruderi.
Si lascia l’abitato e si prende la Via Palù in direzione di Sarmede, che si raggiunge al km 12,4
Sarmede è il borgo noto come “la città delle Fiabe”.
Il nome è dovuto alla presenza della Scuola Internazionale d’Illustrazione, il centro formativo della Fondazione Stepan Zavrel. Nata nel 1988 dal sogno del grande illustratore ceco, la Scuola è stata la prima realtà in Italia ad offrire corsi specializzati in illustrazione per ragazzi, ed incarna ancora oggi l’ideale educativo e formativo della Fondazione e lo spirito stesso del “paese della fiaba”.
Nella piazza principale incontriamo la Chiesa di Sant'Antonio di Padova, chiesa barocca del primo XIX secolo, con una semplice facciata a capanna e priva di torre campanaria. Internamente va segnalata per l'affresco di Noè Bordignon Gloria di Sant'Antonio di Padova.
Ogni anno, da fine ottobre a inizio febbraio, si svolge a Sarmede la Mostra Internazionale dell'Illustrazione per l'Infanzia.
Lasciata Sarmede, al km 14.8 si entra nell’abitato di Cappella Maggiore, dominata, in posizione elevata nel cuore del centro, dalla parrocchiale, dedicata alla patrona santa Maria Maddalena.
Da non perdere assolutamente sono gli affreschi della Chiesa della Santissima Trinità, detta della Mattarella. E’ un antico edificio di epoca longobarda che diede nome a Cappella Maggiore.
Al km 19.4 si raggiunge l’abitato di Colle Umberto, situato in posizione sopraelevata e famoso per la sua vista verso le colline.
Alla base del municipio c’è un’area ombreggiata, attrezzata per la sosta, con fontana di acqua, tavoli e sedie. Nelle vicinanze ci sono alloggi, bar e ristoranti.
Lasciata Colle Umberto ci si dirige verso San Giacomo di Veglia, dove, al km 24,4 si trova un’emergenza architettonica molto interessante, l’Oratorio quattrocentesco dedicato a Sant’Antonio di Padova.
Collocato lungo la Statale Alemagna, vicino alle porte di Vittorio Veneto, la chiesa di Sant'Antonio di Padova è un edificio di dimensioni medie e sviluppato in altezza. È formato da due corpi: uno principale di forma ottagonale, una delle cui facce costituisce la facciata, e uno minore annesso nella parte retrostante, con piccola cupola.
La facciata dà sulla strada ed è caratterizzata da un portale ligneo sovrastato da una nicchia contenente una statua di grandi dimensioni, con rappresentato Sant'Antonio; sopra una finestra a mezza luna.
La chiesa, esistente come oratorio già dal Rinascimento, fu ricostruita nel 1693, a testimonianza di un culto molto diffuso per il Santo di Padova.
Si entra nell’abitato di Vittorio Veneto seguendo la pista ciclabile sulla Statale Alemagna. All’altezza del Supermercato Emisfero si gira a sinistra su viale Pinto.
Poi, al km 25,4, a destra su via della Bressana e si arriva in piazza Giovanni Paolo I di Ceneda, dove affacciano il Museo della Battaglia, la Cattedrale dedicata a Santa Maria Assunta e la Chiesa di San Paolo al Piano.
L’ultima asperità del giorno ci conduce sul Colle del Castello di San Martino, sede Vescovile, da cui si domina l’abitato di Ceneda. (km 27,8).
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Vittorio Veneto è composto da due frazioni, Ceneda e Serravalle.
La tappa precedente terminava al Castello vescovile di San Martino, e la tappa 7 da qui riparte.
Ma una visita a Serravalle, magari percorrendo la pista ciclopedonale lungo il fiume Meschio, è fondamentale.
Da qui inoltre parte la variante alle tappe 7 e 8, che permetterà di raggiungere Vidor attraverso le colline del prosecco e i borghi di Cison di Valmarino e Follina.
La tappa 7 inizia inerpicandosi nel bosco del colle che sovrasta il Castello, per raggiungere la Chiesa di San Paolo in alto, da cui si gode una vista meravigliosa della valle sottostante. Purtroppo la Chiesa non è accessibile. Da qui si ridiscende verso l’abitato di Ceneda, per abbandonarlo verso Sud lungo via della Gallina.
Attraverso un sottopassaggio si oltrepassa la via Antonio Canova, molto trafficata, e si entra in una zona agricola che, attraverso via Manzato e poi via Sotto la Riva, ci conduce ad un sottopassaggio dell’autostrada A23. (km 5.7) Si gira a sinistra e si sale attraverso i campi. Alla fine della salita si prende a sinistra una strada sterrata, che ci conduce ad una strada asfaltata (via Cavalla e Bruscole). Si gira a sinistra con direzione Sud. All’altezza di una curva a sinistra si prenda a destra per la Strada delle Bruscole. (km 7.1).
Si segue la Strada Val Caldregne. Alla fine della strada si gira a destra e si sale verso l’abitato di Ogliano, al km 9,2.
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Lasciamo Susegana verso la salita che porta al Castello di San Salvatore, luogo simbolo di Susegana e meraviglioso, sia come emergenza architettonica che come punto panoramico.
Si prosegue in leggera salita su una strada asfaltata. Preso il bivio a destra in poco tempo, su strada sterrata ed in discesa, si raggiunge il Castello di Collalto, ormai diroccato, ma meritevole di visita per il suo incantevole borgo. (km 7.0)
Si oltrepassa la strada provinciale 4 al ponte sul Lierza, e si raggiunge l'abitato di Falzè di Piave (km 10.4) per strade secondarie. Da qui si scende verso l'Oasi Naturalistica di Fontane Bianche (km 13.3), caratterizzata da risorgive e boschi attraversati dal fiume Piave. Basta buttare un attimo lo sguardo su quell'acqua copiosa che sgorga da numerose risorgive per capire istantaneamente il motivo del suggestivo nome Fontane Bianche. La magia sono i sassi bianchissimi del Piave. Ma la purezza dell'acqua ha una vitalità che guarisce le tossine della nostra stanca modernità per donarci attimi di emozione.
Si raggiunge il Sacrario dell'Isola dei Morti (km 17.0), situato su una piccola superficie in mezzo al fiume compresa tra il versante settentrionale del Montello e il paese di Moriago della Battaglia. Il nome richiama al macabro ritrovamento, nei giorni successivi alla Battaglia Finale, di migliaia di corpi senza vita di Arditi italiani, trascinati qui dalla corrente oppure colpiti dai proiettili austro-ungarici mentre cercavano di raggiungere l'altra sponda. Da subito questa isola divenne un luogo in cui si celebrò il grande sacrificio di questi soldati negli ultimi giorni di guerra.
Si prosegue lungo la golena del Piave e si raggiunge la fine del sentiero fluviale nelle vicinanze dell'Abbazia di Santa Bona (km 23.5), chiusa alle visite in quanto privata, luogo importantissimo nella vita fluviale del medioevo.
Dopo aver bagnato i piedi nelle acque limpidissime del fiume, si raggiunge Vidor percorrendo i 600 metri finali della tappa.
Il timbro si trova presso il bar di fronte al Municipio.
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Lasciamo Vidor in direzione del Ponte di Vidor attraverso strade secondarie. ATTENZIONE… Il ponte è molto stretto e non prevede una corsia ciclopedonale. Tenete strettamente la sinistra, in fila indiana, il più vicino possibile al bordo.
Si seguono le indicazioni e attraverso gli abitati di Covolo e Levada, sempre attraverso strade secondarie e dopo un breve ma impegnativa salita si raggiunge il Santuario della Madonna della Rocca (km 7.5). Da qui inizia il sentiero sterrato delle Due Rocche.
La prima sosta la possiamo fare al monumento dedicato agli Alpini caduti nella prima guerra mondiale (km 10,5).
Proseguendo si arriva alla Forcella Mostaccin, valico tra i più amati dai cicloamatori del Veneto.
Da qui si sale in direzione Chiesetta di San Giorgio, che domina sulla pianura sopra Maser. Luogo incantato e molto frequentato dalle famiglie per le brevi escursioni. (km 12,7)
Proseguendo sul sentiero immerso nei boschi sul versante nord dei colli asolani, sia arriva in poco tempo alla Rocca di Asolo (km 16,4), situata in posizione dominante sulla splendida cittadina di Asolo, fiore all’occhiello della provincia di Treviso e destinazione finale della nostra tappa.
Si arriva alla base del Castello, visitabile: ma non dimenticate di scoprire tutti gli angoli della città preferita da Eleonora Duse e dalla Regina Cornaro.
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Si lascia Asolo in direzione Padova, che dista ormai soltanto due giorni di cammino.
Prestare attenzione dopo il castello di Asolo: si scende per via Sottocastello. Dopo circa 200 metri dal Castello, sulla destra, c'è una scaletta in cemento abbastanza ripida ma di pochi gradini, che permette di entrare in un sentiero ombreggiato in discesa.
Seguendo le indicazioni si arriva alla base della collina di Asolo sul versante ovest e, dopo aver attraversato con attenzione la strada carrabile Muson SP6, si raggiunge il sentiero degli Ezzelini, che ci accompagnerà fino a Camposampiero. Terra degli Ezzelini è il nome del territorio che si estende tra Bassano del Grappa, Romano d'Ezzelino, San Zenone degli Ezzelini, Asolo, Castello di Godego, Castelfranco Veneto, Camposampiero, Onara di Tombolo e Cittadella. Percorreremo, da Asolo a Padova, oltre 60 chilometri di bella pista ciclabile, parzialmente sterrata, e visiteremo importanti cittadine ricche di storia, arte e motivazioni religiose, nonché conosceremo le realtà dell'alta pianura veneta verso la vasta pedemontana del Grappa.
Attraversata una strada provinciale, prendiamo la ciclabile tra i campi per raggiungere il piccolo 'Parco naturale sul vecchio alveo del Muson', dove si può sostare tranquillamente. Ora la pista ciclabile diviene sterrata e percorre bellissimi tratti lungo il torrente, alberati accanto a belle ville antiche, per raggiungere il parco dell'antichissimo oratorio di San Pietro a Castello di Godego (sec. IV/XVIII). Dopo Castel di Godego, per marciapiedi e strade cittadine passiamo accanto al Cimitero e raggiungiamo la grande rotonda della tangenziale all'incrocio della strada per Bassano del Grappa. Un ottimo sottopasso ci permette di attraversare agevolmente la trafficatissima arteria.
Entriamo a Castelfranco Veneto, splendida città murata. Il percorso entra all'interno della cinta muraria e davanti al Duomo cittadino si svolta a destra in direzione ovest. Da non perdere, nelle vicinanze, la casa natale del pittore Giorgione.
Usciamo da Castelfranco e, all'altezza del ponte stradale sul fiume Muson, giriamo a sinistra per riprendere il sentiero degli Ezzelini. Il percorso disabili prosegue oltre il ponte fino a via Piave. Si entra in via Piave e si va a sinistra per via Viscon. Dopo pochi metri entriamo a sinistra in una via laterale sotto il ponte stradale, e in breve riprenderemo il sentiero degli Ezzelini.
Dopo circa 10 km di sentiero, a circa 31 km dalla partenza, all'altezza di un chiosco bar in legno, si lascia il sentiero degli Ezzelini, e dopo una breve discesa, si percorre un chilometro della pista ciclabile Treviso Ostiglia che ci conduce davanti al Santuario antoniano della Visione di Campsampiero.
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Il Cammino parte dai Santuari Antoniani di Camposampiero collegandosi poi ad un altro santuario antoniano, quello dell'Arcella in Padova dove Antonio morì, fino a raggiungere come tappa conclusiva la Basilica del Santo. In circa 24 Km, si toccano dunque tre aree sacre estremamente significative dal punto di vista della devozione antoniana e della fede, ma anche dell'arte e della storia. Il Cammino di Sant'Antonio ricalca per gran parte antichi percorsi intrapresi dal medioevo da tanti devoti, soprattutto del Camposampierese che mai, nonostante il mutare dei tempi, hanno interrotto l'antica tradizione di recarsi a piedi al Santo di Padova a chiedere aiuto e sostegno. Caratteristica peculiare e fondamentale de l'Ultimo Cammino di Sant'Antonio risulta essere il suo stesso tracciato per la quasi totalità interamente pedonale. L'itinerario si svolge, infatti, per lo più su strade sterrate di campagna e argini (lungo il fiume Muson) fino alle porte di Padova (Pontevigodarzere) toccando l'asfalto solo per qualche inevitabile attraversamento. Questo fa sì che L'Ultimo cammino di Sant'Antonio sia estremamente sicuro per i pellegrini che lo percorrono, oltre che essere davvero interessante per i suoi aspetti naturalistici e paesaggistici.
Il percorso tocca zone e aree ancora scarsamente urbanizzate, pur essendo vicinissimo a vari paesi e alla stessa città di Padova. Naturalmente da Pontevigodarzere si devono attraversare alcuni quartieri cittadini. In questi anni sono stati via via individuati dei tracciati interni ciclabili e pedonali (in particolar modo rispetto alla direttrice principale che da Pontevigodarzere conduce all'Arcella) così da consentire un passaggio tranquillo e sereno, attraverso la città, fino al Santuario dell'Arcella prima e poi, attraverso via Dante, fino alla meta finale, la Basilica di Sant'Antonio di Padova. I pellegrini che concludono il loro pellegrinaggio al Santo ricevono presso la sacrestia della Basilica una 'cartula', un prezioso attestato con benedizione in latino, a firma del Rettore, che sancisce ufficialmente il compimento del pellegrinaggio.
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